LA MITOLOGIA GRECO - LATINA ED IL CINEMA
di Pierre Pommier (Università di Bordeaux 3) - traduzione dal francese di Anna Gueli

 

Preambolo. Ricordi d'infanzia

Da bambino ero affascinato dagli dei e dagli eroi dell'Antichità. Essi facevano parte del mio universo a scuola ma anche a casa; ricordo infatti che mio nonno amava raccontarci le avventure degli dei, trasformati a suo piacimento, per spaventarci ed affascinarci allo stesso tempo. Quando, la domenica pomeriggio, tutta la famiglia si recava al cinema di quartiere, mi ritrovavo immerso in questo universo fantastico e restavo incollato alla poltrona, pietrificato di fronte alle scene di " Ercole " , " Maciste ", " Ben Hur " o " Spartaco ".
Nello spazio di un istante, gli eroi nei quali mi identificavo cambiavano la mia vita ed il mio ambiente circostante. La mia passione nei loro confronti era tanto più forte quanto più questi dei mi apparivano agli antipodi rispetto al Dio cristiano della mia educazione religiosa, dispensatore di dogmi e precetti e che brandiva sempre sulle nostre teste la spada di Damocle del peccato.
Ma, aldilà del sogno, non dimentichiamo che la mitologia greco-romana fa parte del substrato della nostra cultura occidentale. Gli artisti se ne sono subito impadroniti ed il cinema non è mai stato da meno.

Eroi antichi e film epici

Facendo un rapido viaggio attraverso la storia del cinema, scopriamo effettivamente che gli dei e gli eroi antichi hanno ispirato gli autori ed i registi, affascinati dall'epopea delle avventure divine. Alcuni dei o eroi hanno influenzato particolarmente il cinema. Vorrei a questo proposito ritornare sui tre eroi che sono stati maggiormente sfruttati in tal senso: Ercole, Ulisse e Maciste.

> Ercole

Ercole (Eracle), figlio di Zeus, simbolo della forza fisica, è uno degli eroi di maggior prestigio della mitologia. Si rese celebre per le sue dodici fatiche, imprese fuori dal comune che compì in dodici anni per espiare la sua colpa di infanticida. L'eroe dà luogo a delle serie che si allontanano spesso dai racconti mitologici, ma la legge del genere " peplum " lo consente con facilità. Di seguito vengono elencati alcuni esempi di celebri peplum ispirati ad Ercole.

Le fatiche di Ercole di Pietro Francisci (1957). Questo film tratta due delle dodici fatiche di Ercole. Nella prima Ercole combatte il feroce leone di Nemea che terrorizzava la popolazione. In una lotta singolare, Ercole lo uccide strangolandolo con le sue mani, gli toglie la pelliccia e cone questa si fa una tunica.. Ercole deve poi confrontarsi con il toro di Creta che devastava l'isola e che Ercole riesce a domare.

Ercole e la regina di Lidia di Pietro Francisci (1958). Ercole ritorna a Tebe con Iole, la sua sposa, e il suo giovane amico Ulisse. Dopo aver ucciso per soffocamento il gigante Anteo, dopo essersi accoppiato con la moglie del mostro, incontra Edipo a Colonna.. Gli promette di fare da arbitro al conflitto tra Eteocle e Polinice. Ma non aveva fatto i conti con la voluttuosa Onfale, regina di Lidia, che aveva gettato gli occhi su di lui.

Gli amori di Ercole di Carlo Ludovico Bragaglia (1960). Mentre è innamorato della regina di Ecalia, Ercole salva Deianira, la regina delle amazzoni, dalle grinfie del pretendente Acheloo. Il risultato non si fa attendere: Ercole cade vittima del fascino ipnotico della amazzone.

Ercole alla conquista di Atlantide di Vittorio Cottafavi (1961). In questo film, Atlantide dichiara guerra alla Grecia. Ercole viene arruolato contro il suo volere in una missione contro l'isola. La loro nave affonda al largo delle coste nemiche ed Ercole si ritrova solo, pronto a vivere mille avventure.

Ercole contro i vampiri di Mario Bava (1961). Accompagnato da Teseo, Ercole scende negli Inferi alla ricerca di un talismano che guarirà Deianira stregata da Lico, una "creatura di Plutone ". Durante il cammino, i nostri due eroi si imbattono in due guardiani, Sunis e Procuste, coi quali ingaggia un combattimento dal quale i nostri due eroi usciranno vittoriosi.

Ercole contro Moloch di Giorgio Ferroni (1963). La regina di Micene si accoppia con Moloch, una divinità malefica. Grazie a questa unione, la città ha il potere di sottomettere tutte le altre città e di obbligare queste a sacrificarle dei giovani abitanti. Ercole mette a punto un piano per porre fine a questi sacrifici umani e uccidere Moloch.

Il Trionfo di Ercole di Alberto De Martino (1964). Ercole affronta sette giganti di bronzo, i "Centimani" e perde momentaneamente la sua forza per averne abusato assassinando l'amico Ifito che gli aveva rubato una mandria di buoi. Ma Ercole ritroverà presto le sue forze che si decuplicheranno nel corso di inestricabili avventure.

> Ulisse

Ulisse (Odisseo) personificava l'astuzia e la saggezza. Suo padre, re di Itaca, gli cedette il trono. La vita di Ulisse cambiò quando fu dichiarata la guerra di Troia nella quale si mise in mostra grazie all'attacco finale, che sferrò con le sue truppe grazie ad un cavallo di legno che riuscì ad introdurre grazie alla sua astuzia nella città assediata. Il suo ritorno ad Itaca fu contrastato da una serie di prove che il nostro eroe dovette affrontare per venti anni nel Mediterraneo. Al termine di questo lungo periodo, regnò su Itaca insieme alla sua sposa, Penelope, con la benevola assistenza della dea Atena che l'aiutò a instaurare la pace nell'isola.
Il mito di Ulisse viene illustrato in numerosi vasi antichi ed ispirò numerosi pittori. Il cinema racconta le sue vicende. Proponiamo di seguito quattro film, tra i più popolari, che celebrano Ulisse.

Ulisse di Mario Camerini (1953). Mentre Penelope attendeva con ansia da 20 anni il ritorno del suo sposo Ulisse, i pretendenti al trono si succedevano. Per imporsi agli occhi dei suoi sudditi e ritrovare sua moglie e suo figlio, Ulisse dovrà evitare mille trappole. Nel ruolo di Ulisse, Kirk Douglas, non risparmia la sua sofferenza per superare vittoriosamente tutte le insidie, soprattutto quella che lo oppone ad Antinoo, interpretato in maniera appassionata da Antony Quinn. Ulisse saprà anche assaporare dei momenti sereni accanto alla sua dolce Penelope interpretata in maniera straordinaria da Silvana Mangano.

Ulisse contro Ercole di Mario Caiano (1961). In questo film, i nostri due eroi non sono più amici ma nemici. Mentre Ulisse termina la sua odissea e raggiunge Itaca, la sua patria, il suo equipaggio è preso d'assalto dai pirati mandati da Ercole. Quest'ultimo era stato incaricato da Poseidone di vendicare suo figlio, il ciclope Poliremo il cui unico occhio era stato cavato da Ulisse. George Marchal campeggia fieramente nel ruolo di Ulisse, mentre Michael Lane descrive un ercole un po' smorto.

Ercole, Sansone ed Ulisse di Pietro Francisci (1964). Ercole ed il giovane Ulisse naufragano in Palestina ed aiutano Sansone a sventare i piani dei Filistei (che portano dei caschi nazisti). Sepolti dopo aver fatto crollare il tempio, vengono entrambi salvati grazie all'intervento di Laerte e degli argonauti armati di batterie di archi meccanici.

> Ulisse 31 (1981)

Si tratta di una serie TV in 26 episodi di 5 minuti sottoforma di cartoni animati che racconta le avventure di Ulisse nel XXXI secolo. Omero, uno degli autori della mitologia, si trasforma così in un autore di fantascienza. Bisognava pensarci ! Ulisse appare come il grande coordinatore della Pace Solare. Per aver ucciso il ciclope Poliremo, Ulisse è condannato dagli dei ad errare nell'Olimpo e ad affrontare una serie di prove, una più difficile dell'altra. Armato di sciabola-pistola-laser e dotato di una buona dose di astuzia, Ulisse riesce a sventare tutte le trappole che gli vengono tese e la sua reputazione risulta migliorata.
Nel primo episodio, Ulisse lascia coi suoi compagni la base spaziale di Troia, a bordo della navicella spaziale Odisseo, per ritornare sulla Terra, quando improvvisamente una palla di fuoco colpisce la navicella ed i suoi occupanti vengono scagliati su un pianeta sconosciuto per essere offerti in sacrificio al Ciclope, figlio di Poseidone. Nell'ultimo episodio, dopo mille avventure, nelle quali si ritrovano molte trasposizioni dei personaggi mitologici nel XXXI secolo. Ulisse termina il suo lungo periplo.
La serie TV ha avuto un enorme successo sia nei bambini che nel pubblico adulto esaltando l'immagine di un Ulisse fedele alla sua reputazione di pacifista.

> Maciste

Maciste sembra essere un puro eroe mitico uscito dall'immaginazione del cineasta Giovanni Pastrone. Maciste sarebbe, in un certo qual modo, un clone di Ercole, che utilizza la potenza dei suoi muscoli e la sua forza straordinaria per imporsi nei film per la televisione e per il cinema, uno più picaresco dell'altro.
È sufficiente elencare i titoli di alcuni di questi film per farsi un'idea dell'universo descritto e della serie di avventure nelle quali sono trascinati gli spettatori :
" Maciste contro la valle dei leoni ", " Maciste all'inferno ", " Maciste ed i 100 gladiatori ", " Maciste contro i mostri ", " Maciste contro gli uomini della pietra ", " Maciste contro il Ciclope ".
La serie dei " Maciste " ebbe tanto successo da determinare il fatto che alcuni autori, non esitarono ad inventare, secondo i bisogni di cinema e televisione, altri personaggi mitici da far combattere contro il celebre eroe : " Maciste contro il fantasma ", " Maciste contro i Mongoli ", " Maciste contro Zorro "…

Miti greci e cinema

La mitologia greco-latina permette di leggere il mondo e di spiegare i comportamenti umani. Il cinema, attraverso il suo universo fittizio, non si è interessato esclusivamente alle avventure epiche vissute dagli dei, dagli eroi e dalle altre creature fantastiche. Esso ha infatti ripreso alcuni dei grandi miti per proporre una lettura dell'uomo e del mondo.

Come esempi di grandi miti ripresi con questo intento, possiamo citare il mito di Edipo ed il mito di Orfeo.

Il mito di Orfeo

Il mito di Orfeo si allaccia al mistero della vita nell'aldilà, attraverso i temi della discesa negli Inferi e dell'amore dopo la morte.

Orfeo, figlio di una musa e di un re, fu il più celebre musicista dei mortali. Egli amava profondamente la moglie, la ninfa Euridice che un giorno, fu morsa da un serpente e morì. Da quel momento Orfeo divenne inconsolabile e non smise di sperare di ritrovare sua moglie e di riportarla sulla terra. Giunto negli Inferi, Orfeo riuscì col suo canto a convincere Ade, il dio degli Inferi, a liberare Euridice. Ma ad una condizione : Orfeo doveva camminare davanti ad Euridice senza mai voltarsi indietro. Man mano che la luce del giorno si avvicinava, la tentazione diventò irresistibile, e bruscamente Orfeo si voltò indietro per guardare Euridice che scomparve così per sempre. Orfeo, prefigurazione pagana del Cristo, muore tragicamente.

Il mito di Orfeo è un simbolo di pace e di eternità, un'allegoria della parte meno nobile dell'uomo, nella sua condizione di mortale, e della parte più nobile, costituita dalla sua aspirazione all'eternità.
Il mito di Orfeo è anche un riferimento per la psicanalisi. Voltandosi indietro verso Euridice, Orfeo simboleggia colui che sfida il proibito per contemplare l'invisibile.

Questo mito viene spesso evocato dagli scrittori, soprattutto greci, dai drammaturgi, dai musicisti e dai pittori. È anche stato l'oggetto di celebri adattamenti al cinema, da parte di autori come Jean Cocteau, Marcel Camus, Jacques Demy :

Orfeo di Jean Cocteau (1949). Il " Club delle Baccanti ", esclusivamente femminile, una sorta di club femminista ante litteram, attacca violentemente il poeta, accusato di disprezzare le donne, e causa la sua morte. Orfeo è interpretato da Jean Marais, mentre Maria Casarès incarna la morte.

Il Testamento di Orfeo di Jean Cocteau (1959). Ultima opera del regista. Cinema in prima persona : lo stesso Jean Cocteau è il personaggio ed attore principale, che interpreta il ruolo di un poeta. Lo si vede muoversi in scenografie che evocano le sue opere precedenti, riflettere sulle proprie creazioni artistiche, attraversare, come un funambolo, lo spazio ed il tempo per dominare la morte. Vari personaggi della mitologia si ritrovano nel fim tra cui " Cerbero ", il temibile cane guardiano degli inferi, interpretato da Yul Brynner.

Orfeu Negro di Marcel Camus (1959). Adattamento in chiave moderna del mito di Orfeo ambientato in pieno carnevale di Rio de Janeiro.

Parking di Jacques Demy (1985). Adattamento in chiave moderna del mito di Orfeo in cui la morte di Euridice è causata da un'overdose.

Il mito di Edipo

Il mito si riallaccia alla costruzione della personalità attraverso un processo in cui ogni individuo si oppone al genitore di sesso opposto che considera come un rivale.

Edipo è il figlio del re di Tebe, Laio. Alla sua nascita, un oraclo predice ai suoi genitori che egli ucciderà sua madre e sposserà sua madre. Inquieta, Giocasta, sua madre, lo abbandona. Raccolto da alcuni pastori e cresciuto dal re di Corinto, Edipo, divenuto adulto viene a sapere di essere stato abbandonato e decide di andare a consultare l'oracolo. Durante il cammino, in seguito ad un alterco, uccide uno sconosciuto: si trattava proprio di Laio, suo padre. In seguito Edipo libera Tebe dalla sfinge, un mostro che divorava chiunque passasse da Tebe. Edipo viene allora proclamato re di Tebe e sposa la vedova di Laio, Giocasta, sua madre. La situazione si mette nuovamente male quando Edipo scopre la verità. Sua madre si suicida, egli stesso si cava gli occhi e va via in esilio, guidato dalla figlia Antigone, prima di sparire misteriosamente.

Il mito di Edipo ha dato luogo a quello che Freud chiama " il complesso di Edipo " caratterizzato, nel bambino di 3 anni, da un'attrazione verso il genitore di sesso opposto e dal rifiuto del genitore dello stesso sesso. Questo complesso che Freud considera come il " punto nodale " della sessualità infantile sparisce di solito al momento della pubertà.

Questo mito è largamente sfruttato nella letteratura e nelle arti. Anche il cinema se ne è ampiamente ispirato. È così che nel 1957, Tyronne Guthrie realizza Oedipus Rex (Canada). Nel 1967 Philip Saville realizza Oedipus The King (Grande Bretagne). Il film più noto è quello di Pier-Paolo Pasolini " Edipo re " che egli realizza nel 1967, e che riprende, con uno stile molto spoglio la tragedia di Sofocle.
Pier Paolo Pasolini racconta infatti la storia del proprio complesso di Edipo. Pisolini spiega : " Il ragazzino del prologo sono io, suo padre, vecchio ufficiale di fanteria, è il mio, e la madre, un'insegnante, è proprio mia madre. Non ho fatto che raccontare la mia vita, mistificata, certo, resa più epica attraverso la leggenda di Edipo ".
Il prologo si svolge nell'Italia prima della guerra e riporta alcune scene della prima infanzia : la nascita, i momenti passati con la madre, la gelosia del padre, le serate di solitudine del bambino quando i suoi genitori andavano a ballare.
La seconda parte è ambientata in Marocco, i cui paesaggi grandiosi e selvaggi permettono di evocare la Grecia antica, ed il regista descrive la scena della lotta contro la sfinge e la sua morte.
Nell'epilogo, Pisolini riprende ed interpreta la storia del re Edipo. Nel mito Edipo si cava gli occhi e va in esilio dopo aver appreso la verità predetta dall'oracolo. Pasolini, nel suo film, racconta l'incesto vissuto con suo padre.

Edipo e il suo sfruttamento cinematografico rappresentano le domande intime che l'individuo si pone nei confronti della sua identità, desideroso di realizzare la giustizia dentro di sé e verso il mondo in una continua ricerca di verità interiore.

Conclusione. Cinema, mitologia ed immanenza

Il cinema induce il sogno, sviluppa il bello, predilige il meraviglioso. La mitologia greco - latina, così come la hanno concepita i suoi autori (Omero, Euripide, Virgilio,…) offre un sistema che permette di spiegare i misteri della vita sublimando il sogno, il bello ed il meraviglioso. Non c'è dunque da stupirsi se, fin dalle sue origini, il cinema abbia incontrato la mitologia (cfr. riferimenti filmografici che seguono) per trarre ispirazione, storie ed ideali.

La coppia cinema e mitologia mantiene una relazione caotica lungo la storia e la loro storia. Quando la società è fortemente legata ai suoi codici socio-economici, il cinema abbandona la mitologia per attingere ispirazione in riferimenti culturali più vicini alle realtà sociali. Quando questa stessa società è priva di questi valori, i cineasti si immergono nel cuore dei grandi miti e li raccontano nei loro film interpretandoli attraverso il loro ambiente psicologico e sociale.
I miti ci interrogano da secoli. Ci parlano in modo sottile attraverso la metafora che, al di là dell'immagine che fornisce, induce una riflessione continua sull'origine e il divenire del mondo, oltre che sulla natura umana, attraverso i suoi fondamenti (vita, morte, amore, potere,…)

Il cinema, anche se con alti e bassi, resta un supporto privilegiato di questo dialogo.

Riferimenti filmografici

1896. Nerone che avvelena i suoi schiavi di A. Promio
1898. La tentation de Saint Antoine di Georges Méliès. 20 m.
1903. L'oracle de Delphes di Georges Méliès. 20 m.
1903. Le tonnerre de Jupiter di Georges Méliès. 20 m.
1905. L'île de Calypso di Georges Méliès.
1905. Ulysse et le géant Polyphème di Georges Méliès. 70 m.
1908. Gli Ultimi Giorni di Pompei, di Luigi Maggi
1911. La caduta di Troia di Giovanni Pastrone
1914. Cabiria di Giovanni Pastrone
1921. L'Atlantide di Jacques Feyder
1925. Maciste all'inferno di Guido Brignone
1932. L'Atlantide di Paul Pabst
1937. Scipione l'Africano di C. Gallone
1937. Ercole di A. Esway
1938. Vénus de l'or di Jean Delannoy
1940. Vénus aveugle di Abel Gance
1949. Orphée di Jean Cocteau
1953. Ulisse di Mario Camerini
1954. L'Odissea di Mario Camerini
1957. Le fatiche di Ercole di Pietro Francisci
1958. Ercole e la regina di Lidia di Pietro Francisci
1958. Afrodite, dea dell'amore di Fernand Cerchio e Victor Tourjanski
1958. Ercole e la regina di Lidia di P. Francisci
1959. Ultimi giorni di Pompei di M.Bonnard
1959. La battaglia di Maratona di M.Tourneur
1959. Testament d'Orphée di Jean Cocteau
1959. Orfeu Negro di Marcel Camus
1960. Giganti della Tessaglia di R. Freda
1960. Il colosso di Rodi di Sergio Leone
1960. Le Baccanti di Giorgio Ferroni
1960. Gli amori di Ercole di Carlo Ludovico Bragaglia
1960. La vendetta di Ercole di Vittorio Cottafavi
1960. Teseo e il minotauro di Silvio Amadio
1960. La Regina delle Amazzoni di Vittorio Sala
1961. Ercole al centro della terra di M Bava
1961. I Titani di Duccio Tessari
1961. La Guerra di Troia di Giorgio Ferroni
1961. Ercole alla conquista di Atlantide di Vittorio Cottafavi
1961. Ercole contro i vampiri di Mario Bava
1961. Maciste contro la valle dei leoni di C. L. Bragaglia
1961. Ulisse contro Ercole di Mario Caiano
1961. Maciste contro il ciclope di R. A. Leonviola
1961. Maciste contro il fantasma di Giacomo Gentilomo e Sergio Corbucci
1961. Romolo e Remo di Sergio Corbucci
1961. Elettra di Michalis Cacoyannis
1962. Vénus impériale di Jean Delannoy
1962. L'Atlantide di Edgar G. Ulmer
1962. L'ira di Achille di Marino Girolami
1962. Maciste all'inferno di Riccardo Freda
1962. I Conquistatori eroici di Giorgio Rivalta
1962. Ercole si scatena di Gian Franco Parolini
1962. Maciste contro i mostri di Guido Malatesta
1962. Perseo l'Invincibile di Alberto De Martino
1963. Ercole contro Moloch di Giorgio Ferroni
1963. Maciste contro Zorro di U. Lenzi
1963. L'Enlèvement des Sabines di Richard Pottier
1964. Maciste contro i Mongoli di D. Paolella
1964. Elena, regina di Troia di Giorgio Ferroni
1964. Ercole, Sansone e Ulisse di Pietro Francisci
1964. Maciste ed i 100 gladiatori di Mario Caiano
1964. Maciste contro gli uomini di pietra di Giacomo Gentilomo
1964. Il Trionfo di Ercole di Alberto De Martino
1964. Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini
1967. Edipo re di Pier Paolo Pasolini
1967. Dacii di S. Nicolaescu
1968. L'Odissea di Franco Rossi
1969. La Sirène du Mississipi di François Truffaut
1970. Medea di Pier Paolo Pasolini
1971. The Trojan Women di Michalis Cacoyannis
1974. L'Eneide di Franco Rossi
1977. Iphigeneia di Michalis Cacoyannis
1979. I… come Icaro di Henri Verneuil
1985. Parking di Jacques Demy
1987. Didone non è morta di Lina Mangiacapre
1991. L'Atlantide di Bob Swain

Riferimenti bibliografici (cinema ed antichità)

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