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Essere un docente significa avere voglia di comunicare quanto si conosce con dedizione, impegno ed entusiasmo. È sicuramente appagante riuscire a trasmettere ai bambini sui banchi di scuola le nozioni che pian piano andranno a costituire le loro conoscenze ed il loro bagaglio culturale. Ma sicuramente più entusiasmante e più appagante è riuscire ad insegnare agli adulti quanto non hanno avuto la possibilità di imparare negli anni già vissuti e/o riuscire a risvegliare quanto appreso nel passato. L'interazione tra un docente ed un discente non più bambino è un incontro tra due adulti che si confrontano alla luce della loro vita quotidiana, delle esperienze passate e del loro vissuto. "Non si finisce mai di imparare" in questo caso non è semplicemente un proverbio ma una convinzione acquisita e rafforzata da numerose esperienze personali. Questo incontro nasce dall'intima convinzione del docente che il suo compito è verso la comunità e che il suo bisogno di insegnare non può trovare pace nella ristrettezza della sua esperienza scolastica o accademica. O ancor di più che non può fermarsi a trasmettere le conoscenze acquisite nel lontano passato quando, anche lui, si trovava dall'altra parte della cattedra. Un docente possiede una forza interiore che lo porta a studiare, ricercare, documentarsi per accrescere, diversificare e migliorare la conoscenza di quanto poi avrà la fortuna di insegnare. Fatta eccezione per gli studiosi e gli appassionati, il discente adulto che si presenta a questo incontro è essenzialmente di due tipi: o si trova in una fase della vita in cui il tempo libero e la solitudine la fanno da padroni oppure è preso dai mille impegni della sua giornata e rimpiange di non riuscire a trovare il tempo di aggiungere qualche tassello al suo sapere. In entrambi i casi quanto si può e si vuole trasmettere deve rispettare dei canoni precisi. Il linguaggio deve essere semplice e chiaro, sarebbe infatti un fallimento escludere fasce culturalmente o socialmente non elevate, ma soprattutto i temi devono essere tanto affascinanti da riuscire a catturare l'attenzione dell'adulto, risvegliare quanto conservato nella memoria suscitando la voglia di saperne di più. In quest'ambito la mitologia greco-latina rappresenta uno dei temi sicuramente più adatti, poiché le storie degli dei e delle dee, di semidei e di mortali hanno da sempre affascinato l'uomo fin dall'infanzia. Innumerevoli le funzioni assunte dalla mitologia, dalla spiegazione della genesi del mondo e dell'umanità, all'interpretazione degli eventi naturali fino all'origine delle città e dei popoli. I miti sono stati espressione del pensiero religioso e delle concezioni di base sull'esistenza umana, hanno rappresentano materiale inesauribile per la poesia, l'epica, il teatro, hanno da sempre costituito la materia prima per allegorie e simboli di rara acutezza, sono serviti come esempi per ammonimenti morali. Tale versatilità è alla base dell'onnipresenza dei miti nella cultura antica e li ha resi oggetti di studio di svariate discipline: antropologia, psicologia, storia delle religioni, dell'arte, della letteratura e della musica. La nostra cultura è a tutt'oggi permeata dalle figure mitologiche e storiche dell'antichità greca e romana e proprio questo è il punto di partenza del percorso formativo al quale si fa riferimento: la mitologia per l'educazione degli adulti, affinché il processo di apprendimento e di "educazione" non finisca mai. La mitologia assume in quest'ambito un duplice ruolo: essa è pedagogia nel senso più stretto del termine per quanto concerne i contenuti ma è anche una fonte utile a trasmettere i valori intesi come l'insieme delle qualità e delle caratteristiche che danno pregio ad una persona, una cosa, una situazione, una condizione. Il percorso pedagogico può partire dalle espressioni che ognuno di noi si ritrova a ripetere o a sentire senza necessariamente associare ad esse il significato più intrinseco. Chi di noi non ha considerato come sinonimo di una strage il termine ecatombe? Sicuramente non altrettanti ne conoscono l'origine, legata al sacrificio agli dei prima di cento buoi, poi per estensione di numerose vittime, nell'antica Grecia. La parola olocausto genera in noi orrore per lo sterminio di milioni di ebrei nei campi nazisti, ma la sua origine è da ricercare nelle religioni del mondo antico, nelle quali con esso si identifica il sacrificio cruento in cui la vittima veniva bruciata interamente sull'altare. Tutti sanno che un narciso è una persona vanesia ma probabilmente pochi legano questa definizione al personaggio mitologico che si era innamorato della propria immagine. Le Olimpiadi sono oggi la manifestazione sportiva che gli sportivi e gli atleti attendono con ansia ogni quattro anni ma non hanno più niente a che fare con il complesso di feste e gare atletiche in onore di Zeus che avevano luogo ad Olimpia ogni quattro anni. L'ermafroditismo è la presenza, in uno stesso individuo, dei gameti dei due sessi, niente a che vedere con la preghiera che una ninfa rivolse agli dei per rimanere per sempre unita al suo amato e che generò la fusione dei due corpi in uno solo, mantenendo però le caratteristiche di entrambi. Il parallelo di molte situazioni della vita quotidiana con l'equivalente mitologico viene fatto più spesso di quanto non crediamo. "La speranza è l'ultima a morire" è un detto entrato nell'uso comune, cui la stragrande maggioranza degli uomini spesso si affida, ma che ha la sua origine ai tempi del mito, quando secondo la cultura greca uomini, dei e semidei abitavano lo stesso mondo. La bellissima immagine mitologica cui si riferisce è collegata al vaso di Pandora, donna curiosa e di conseguenza disobbediente, dal quale appena aperto uscirono tutti i mali del mondo ma nel fondo del quale restò proprio lei, la Speranza. Numerosi gli spunti offerti dal racconto di una simile vicenda mitologica. Il complesso di Edipo continua ad essere un punto cardine della psicoanalisi moderna come rappresentazione dell'amore nei confronti del genitore di sesso opposto, nonostante le vicende dei pazienti interessati siano spesso meno intricate di quelle accadute al figlio del re di Tebe che la mitologia vuole protagonista di un rapporto incestuoso con la madre. Personaggi ed avvenimenti mitologici ci tornano in mente ogni volta che alziamo gli occhi al cielo. La magnifica costellazione di Orione, che domina il nostro cielo invernale, richiama il bellissimo e gigantesco cacciatore che secondo il racconto mitologico venne ucciso da un morso dello Scorpione, costellazione che si trova in una zona diametralmente opposta del cielo e che è visibile d'estate. Quasi a ricordare le loro travagliate vicende, nella stessa zona del cielo sono riuniti il re Cefeo, la regina Cassiopea e la loro figlia Andromeda accanto all'amato Perseo che la liberò dalla roccia cui era stata incatenata. Le citazioni potrebbero continuare quasi all'infinito, tutti gli esempi citati evidenziano però come termini, personaggi, avvenimenti legati alla mitologia possano rappresentare la chiave d'accesso per trasmettere, partendo dal quotidiano e dal vissuto di ognuno di noi, nozioni e contenuti culturali che riguardano moltissimi campi. È stato già sottolineato il duplice ruolo della mitologia per l'educazione e l'istruzione degli adulti, un bagaglio culturale fatto di nozioni e racconti di avventure straordinarie, ma anche un mezzo per trattare fatti strettamente legati ai valori umani, per trasmettere concetti a volte complessi da spiegare in un modo che risulti di facile comprensione ma soprattutto di grandi fascino ed effetto. Il concetto di democrazia e la sua nascita possono essere insegnate attraverso il racconto del mito di Teseo, in modo sicuramente più affascinante e coinvolgente di quanto non accada con le argomentazioni che traggono spunto dalla situazione politica attuale. Eracle, l'eroe più famoso dei greci, l'Ercole dei romani, e le sue dodici fatiche, non è solo un simbolo della forza della natura ma un eroe che combatte per sfuggire ad un tragico destino del quale non è responsabile. Innumerevoli gli spunti che dal mito che lo vede protagonista si possono trarre per educare ed istruire uomini di tutte le età. E così la mitologia e tutti i riferimenti
che da essa possono essere tratti possono essere considerati proprio come
certe stelle lontanissime che, seppur spente da migliaia di anni, continuano
a percorrere orbite prestabilite della volta celeste illuminando con la
loro luce il nostro cammino verso mete sempre nuove.
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